Domenica
05
Maggio 2024
Ascensione del Signore
Anno B
Marco 16,20
Mentre
il Signore agiva insieme con loro.
santi Nèreo e Achìlleo

Ascolto

Atti 1,1-11

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo». Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra». Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

dal Salmo 97

Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani! Acclamate Dio con grida di gioia, perché terribile è il Signore, l’Altissimo, grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. Cantate inni a Dio, cantate inni, cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte. Dio regna sulle genti, Dio siede sul suo trono santo.

Efesini 4,1-13

Io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Marco 16,15-20

Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Medito

Alcuni anni fa, ho trascorso del tempo nell’ospedale di North Kinangop, in Kenya. In realtà, è molto più di un ospedale: c’è una stalla con vacche da latte, una porcilaia, un acquedotto, un sistema di depurazione delle acque, e c’era in progetto di “creare” un lago e di farci vivere dei pesci, così da introdurre questo alimento nella dieta dei pazienti. Soprattutto, a North Kinangop, c’è l’amorevole “mano” di un sacerdote padovano, don Giovanni Dalla Longa, che l’ha diretto per 15 anni. All’epoca lui era scomparso da poco, ma tutto il bene che aveva donato era più vivo che mai. E lo è ancora oggi, grazie a tanti uomini e donne che continuano a spendersi tra i corridoi, e non solo, della struttura. Tra questi ci sono numerosi italiani che si sono impegnati con lui – e con il personale africano – a dare vita a progetti di tipo sanitario, ma non solo, e hanno continuato anche dopo la sua morte. Anche oggi… 

Quest’esperienza contagiosa di bene la percepisco come una testimonianza viva dell’agire del Signore «insieme con loro», come leggiamo nel Vangelo di Marco. Insieme a chi ha ricevuto nella sua storia il mandato di Gesù: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura». Da qui, o da qualche altra “spinta”, si è generata la scelta di mettere al primo posto gli altri e il loro bene. Di mettere al loro servizio la propria umanità, competenza, creatività, tempo… per prendersi cura del corpo, ma anche l’anima. 

«Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra». I confini della terra toccano certamente North Kinangop, in Kenya, ma anche ogni luogo della nostra vita. Lì siamo chiamati a essere testimoni, sapendo che non siamo soli: la forza dello Spirito Santo accompagna la mano – e il cuore – di tutti noi. Che facciamo nascere un bimbo all’ospedale di North Kinangop o che rispondiamo alla nostra vocazione, che è il bene, nella storia in cui ci troviamo. Lì il Signore agisce «insieme» e con noi.  

Patrizia Parodi