Martedì
01
Novembre 2022
XXXI settimana del Tempo Ordinario
Apocalisse 7,13
Questi, che sono
vestiti di bianco,
chi sono e da
dove vengono?
Tutti i Santi

Ascolto

Apocalisse 7,2-4.9-14

Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».

dal Salmo 130

Ecco la generazione che cerca il tuo volto, Signore.

Del Signore è la terra e quanto contiene:
il mondo, con i suoi abitanti.
È lui che l’ha fondato sui mari
e sui fiumi l’ha stabilito.

Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli.

Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

1 Giovanni 3,1-3

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

Matteo 5,1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Medito

Leggiamo questa parola a pochi giorni dalla notizia di un incidente in cui ha incontrato la morte un ragazzo di 17 anni. Lo conosciamo dall’asilo e la notizia drammatica assume i contorni dolorosi dei volti dei familiari. È difficile dire “sorella” la morte, questo tempo di passaggio verso una condizione di bene assoluto, è difficile non provare un dolore per la mancanza e che per noi, non direttamente coinvolti, nasce dalla consapevolezza della precarietà. Nostro figlio di 16 anni ci ha dato la notizia e ha commentato: «Basta così poco; è un attimo e tutto crolla». È un pensiero che si aggiunge all’esperienza della pandemia, all’incontro con piccoli infortuni, importante per lasciare l’idea di onnipotenza adolescenziale e per riflettere sulla preziosità di questa vita, per sentirne profondamente la delicatezza e per accettare la responsabilità di averne cura.

Ma non è festa dei Defunti, è festa di Tutti i Santi, di tutti coloro che «vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello». Ci sembra che la santità e il dolore siano indissolubili. E guardando la famiglia di S. non possiamo che convenire: stanno lavando le loro vesti nel pianto. Ma la sofferenza in sé rende santi? La sofferenza mette a nudo, ma può portare all’abisso nero senza ritorno di chi rifiuta qualsiasi consolazione. Giovanni però dice che questi eletti hanno reso le vesti luminose, lavandole nel sangue di Cristo. Ci permettiamo di interpretare: non solo hanno vissuto la croce, ma anche si sono immersi nel sangue di Cristo, strumento di comunione con lui. Il passo decisivo è quindi accettare di condividere la tribolazione “battezzandosi”, immergendosi nuovamente in Cristo.

Questa è la strada a cui tutti siamo chiamati? Se è vero che tutti siamo chiamati ad essere santi, significa davvero che tutti siamo chiamati alla tribolazione? Anche nel Vangelo beati sono uomini e donne che sono poveri in spirito, nel pianto, perseguitati per la giustizia, che hanno fame e sete della giustizia, insultati e perseguitati a causa di Cristo. Questo dobbiamo raccontare ai nostri figli? «Se vuoi diventare santo, devi soffrire»? Forse questa è la via per direttissima, ma Gesù ce ne offre altre quattro: essere miti può far soffrire, ma soprattutto attiva il bene; essere misericordiosi fa condividere le tribolazioni, ma soprattutto apre il cuore; essere puri di cuore, scegliere ogni giorno il bene, rende faticosa qualche rinuncia, ma allontana ciò che è tossico; operare per la pace, vera, profonda, costa lo sforzo di andare controcorrente, ma costruisce un mondo nuovo. Chiunque ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come egli è puro.

Giorgia Varotto e Marco Andreatta