Domenica
27
Aprile 2025
II domenica di Pasqua
Anno C
II settimana del salterio
Giovanni 20,20
Pace a voi!
san Liberale
santa Zita

Ascolto

Atti 5,12-16

Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava. Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro.
Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.

dal Salmo 117

Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

«Il suo amore è per sempre». Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre». Dicano quelli che temono il Signore: «Il suo amore è per sempre».

La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza! Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore. Il Signore è Dio, egli ci illumina.

Apocalisse 1,9-11.12-13.17-19

Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.
Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese».
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».

Giovanni 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. 

Medito

Più di duemila anni fa, Cristo Risorto, come primo saluto ed augurio ai suoi amici intimoriti e sfiduciati chiusi nel Cenacolo, disse: «Pace a voi!». Oggi la parola “pace” riecheggia quotidianamente nei media, al telegiornale, nelle manifestazioni, nelle bandiere colorate appese ai balconi, nelle preghiere che vengono rivolte a Dio durante le celebrazioni. Si avverte il bisogno di vivere in pace, di fare la pace, di donare pace. Ecco, quindi, che quell’augurio di Gesù è estremamente attuale: in casa nostra egli sembra dirci «Cercate voi di trovare la pace, nella vostra quotidianità, nei vari ambiti di vita». Dentro di me penso che non sia facile per noi, figurarsi per coloro che vivono in un contesto di guerra, di conflitto quanto sia ancora più difficile.  

Il Signore, però, oltre ad augurarci la pace, ce la dona, cerca di farci capire come poter vivere in pace qui ed ora, in famiglia, con gli amici, i colleghi, nel lavoro, nella società. Come i discepoli, nell’incontro con il Cristo dopo la Resurrezione, sono riusciti a vivere la gioia vera, la pace, così anche noi siamo invitati a viverla, sentirla e accoglierla come un dono. Tommaso, che non era presente alla sua prima apparizione, invece, non riesce a vivere l’incontro con il Cristo, non riceve in dono la pace, ma ne sente il bisogno; solo nel momento in cui fa esperienza, capirà e crederà.

Capita di chiedermi in quali luoghi e situazioni posso trovare quella pace che dà serenità e sicurezza. La cerco dentro di me, nelle relazioni più strette, ma anche in quelle più allargate, a scuola, nel lavoro, nella società, nelle comunità. Non è semplice, talvolta la ricerca è infruttuosa. Ma proprio quando meno me l’aspetto o sto per rinunciare, ecco che irrompe nella mia vita. Dio arriva e mi dona la sua pace attraverso le parole delicate e incoraggianti di una persona cara, il sorriso delle nostre figlie, i problemi che trovano una soluzione, la semplice preghiera che mi fa sentire parte di una famiglia più grande e accogliente.  

Martina Biancato e Filippo Buzzaccarin