Domenica
25
Giugno 2023
XII domenica del Tempo
Ordinario - Anno A
IV settimana del salterio
Matteo 10,31
Non abbiate
paura: voi valete
più di molti
passeri
san Massimo

Ascolto

Geremia 20,10-13

«Sentivo la calunnia di molti: “Terrore all’intorno! Denunciatelo! Sì, lo denunceremo”. Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta: “Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta”. Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere; arrossiranno perché non avranno successo, sarà una vergogna eterna e incancellabile. Signore degli eserciti, che provi il giusto, che vedi il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa! Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori».

dal Salmo 68

Nella tua grande bontà rispondimi, o Dio.

Per te io sopporto l’insulto e la vergogna mi copre la faccia; sono diventato un estraneo ai miei fratelli, uno straniero per i figli di mia madre. Perché mi divora lo zelo per la tua casa, gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.

Ma io rivolgo a te la mia preghiera, Signore, nel tempo della benevolenza. O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi, nella fedeltà della tua salvezza. Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore; volgiti a me nella tua grande tenerezza.

Vedano i poveri e si rallegrino; voi che cercate Dio, fatevi coraggio, perché il Signore ascolta i miseri non disprezza i suoi che sono prigionieri. A lui cantino lode i cieli e la terra, i mari e quanto brùlica in essi.

Romani 5,12-15

Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti.

Matteo 10,26-33

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Medito

«Signore, a te ho affidato la mia causa». «Non abbiate dunque paura, voi valete più di molti passeri». Mi chiedo, cosa può significare nella mia vita affidare la causa a Dio? Un’idea potrebbe essere che quando mi sento impotente, senza una soluzione dettata dalla ragione, mi arrendo e mi affido lui. Sì, questo a noi è successo, abbiamo molto chiaro il periodo, la mente era andata in “loop” e non c’era una soluzione più sicura di un’altra, tutto era instabile. Nel momento in cui, un po’ stanchi e stremati abbiamo deciso di farci guidare dai nostri desideri, dalle nostre emozioni e dalla nostra fede, ci siamo sentiti più leggeri, sereni, e oggi, ripensando a quel pezzo di cammino, ci vediamo presi in braccio.

Quindi da quel momento siamo diventati bravi e lo facciamo sempre? Magari, sarebbe molto bello! È difficile soprattutto quando la causa non è di quelle che ci mette alle strette, di quelle in cui siamo costretti a prendere una decisione, ma una normale scelta della nostra vita, di quelle che capitano quasi tutti i giorni, di quelle senza scadenze. In questi casi tutto viene calibrato meticolosamente e messo sulla bilancia, qui siamo abbastanza bravi (d’altronde la matematica ci è sempre piaciuta molto), ma poi rimane quella parte di incertezza che ci mette sempre in difficoltà… sì, ci disturba molto non poterla controllare. Ecco allora che le paure vengono tutte a galla e le mille vocine cominciano a risuonare nella testa. «Non abbiate paura». Così come Gesù lo ricorda agli apostoli, noi ce lo dovremmo ripetere ogni giorno per ricordarci che stiamo contando solo sulle nostre forze quando invece potremmo contare anche su quelle di Dio, se lo vogliamo. Caspita! Che bello! Tutto d’un tratto ti trovi a pensare: ma di cosa mi stavo preoccupando?

Importante, in questo, è vedere davanti a noi esempi di vita così, li riconosciamo all’interno della nostra famiglia, nella comunità parrocchiale, ma anche fuori, in tante altre famiglie e persone che incontriamo nella nostra quotidianità. Ci sono degli eventi che spiazzano, che fanno tremare, eppure abbiamo imparato da queste persone che è possibile restare in piedi e saldi, forti nell’amore di Cristo che, come dice san Paolo, si è riversato in abbondanza su tutti noi. Per questo diciamo «grazie» perché questo bene donato dai nostri fratelli fa crescere anche la nostra famiglia. Le letture di questa domenica ci hanno fatto riflettere su questo: se vogliamo possiamo farci portare in braccio più spesso da lui, fidandoci di quello che sentiamo, di quello che vorremmo essere e della nostra fede, che, seppure piccolina, può darci una spintina in avanti. Nel momento più buio («nelle tenebre») ascoltiamoci, ascoltiamo la sua voce e nella luce portiamo testimonianza! Quindi forza, «non abbiate paura» e ricordate che «valete più di molti passeri».

Giulia Capodaglio e Andrea Ardenti