Domenica
23
Luglio 2023
XVI domenica del Tempo
Ordinario - Anno A
IV settimana del salterio
Matteo 13,24
Il regno
dei cieli
è simile a...
Santa Brigida
patrona d’Europa

Ascolto

Sapienza 12,13.16-191

Non c’è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose, perché tu debba difenderti dall’accusa di giudice ingiusto.
La tua forza infatti è il principio della giustizia, e il fatto che sei padrone di tutti, ti rende indulgente con tutti.
Mostri la tua forza quando non si crede nella pienezza del tuo potere, e rigetti l’insolenza di coloro che pur la conoscono.
Padrone della forza, tu giudichi con mitezza e ci governi con molta indulgenza, perché, quando vuoi, tu eserciti il potere.
Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, e hai dato ai tuoi figli la buona speranza che, dopo i peccati, tu concedi il pentimento.

dal Salmo 46

Tu sei buono, Signore, e perdoni.

Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi t’invoca. Porgi l’orecchio, Signore, alla mia preghiera e sii attento alla voce delle mie suppliche.

Tutte le genti che hai creato verranno e si prostreranno davanti a te, Signore, per dare gloria al tuo nome. Grande tu sei e compi meraviglie: tu solo sei Dio.

Ma tu, Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, volgiti a me e abbi pietà.

Romani 8,26-27

Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

Matteo 13,24-43

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”». Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: “Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo”. Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!».

Medito

Proprio un anno fa ho vissuto un incontro con dei giovani. Ci siamo soffermati su un quadro di Jan Vermeer: Donna con bilancia – la pesatrice di perle. Il dipinto mette in evidenzia che cos’è la giustizia. Si vede una donna elegante in piedi con davanti a sé un tavolo. La sua mano sinistra poggia sul tavolo; la destra invece tiene in mano un bilanciere con delle perle, nel tentativo di cercare un equilibrio. Lo sguardo è fisso su quel bilanciere. Alle spalle della donna è appeso su una parete un quadro con il giudizio universale.

Mi piace sostare allora sulle letture di oggi con questo sguardo. La luce del quadro sta proprio sulla donna e sul giudizio universale. La giustizia viene dall’alto, da Dio. La luce viene dal riconoscersi creature di fronte al Creatore. Nella prima lettura, infatti, sta scritto come Dio mette in pratica la giustizia: pone cura su tutte le cose, è mite, indulgente, forte e dona consiglio. Esercita una giustizia diversamente da come la intendo io a volte, quando sono più attenta ad un tornaconto. Lui dà a ciascuno ciò che gli è dovuto: in questo, si prende cura di ciascuno di noi. Scruta i nostri cuori, si dice nella seconda lettura. È colui che anticipa, che provvede e conosce ciò di cui ho bisogno. Ha seminato in me il suo Spirito che mi spinge, da una parte ad attingere a lui, e dall’altra a muovermi come lui.

Le tre parabole descrivono lo stile di Dio nell’esercitare la giustizia. Immagini anche qui semplici, quotidiane, visibili ai nostri occhi. Nella parabola del grano e della zizzania, mi colpisce la pazienza al contrario della fretta. Quell’uomo non ha fretta nel raccogliere ciò che è suo e tralasciare ciò che non lo è. Attende il tempo maturo per togliere prima il negativo e bruciarlo, per tenere poi il buono. Ci vuole pazienza nel tenere in equilibrio un bilanciere per pesare le perle. Anche le cose piccole fanno la differenza, proprio come un granello di senape. Eppure diventerà il più grande albero dell’orto. E cos’è il lievito nella farina? Si perde ma si espande nel lasciarlo a decantare. Il Signore ci doni lo sguardo da figli per poter essere più giusti come lui.

Silvia De Franceschi