Domenica
30
Ottobre 2022
XXXI domenica del Tempo Ordinario
Anno C III settimana del salterio
Luca 19,7
È entrato in casa
di un peccatore!
san Marciano di Siracusa

Ascolto

Sapienza 11,22-12,2

Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
Hai compassione di tutti, perché tutto puoi,
chiudi gli occhi sui peccati degli uomini,
aspettando il loro pentimento.
Tu infatti ami tutte le cose che esistono
e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure formata.
Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta?
Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?
Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue,
Signore, amante della vita.
Poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano
e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato,
perché, messa da parte ogni malizia, credano in te, Signore.

dal Salmo 144

Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

Tessalonicési 1,11-2,2

Fratelli, preghiamo continuamente per voi, perché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e, con la sua potenza, porti a compimento ogni proposito di bene e l’opera della vostra fede, perché sia glorificato il nome del Signore nostro Gesù in voi, e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e del Signore Gesù Cristo.
Riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e al nostro radunarci con lui, vi preghiamo, fratelli, di non lasciarvi troppo presto confondere la mente e allarmare né da ispirazioni né da discorsi, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia già presente.

Luca 19,1-10

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Medito

È la croce e la delizia di fare vita di paese o di quartiere. Succede a tutti coloro i quali abitano radicati e legati al proprio territorio, alla propria comunità, cristiana e non solo. Tutti ti conoscono, sanno molto di te, ti aiutano e ti sostengono nelle difficoltà, ma – inutile negarlo – ricordano i tuoi errori, le tue mancanze e qualche volta mormorano, chiacchierano, per usare un verbo spesso stigmatizzato da papa Francesco. Così è stato anche quel giorno a Gerico: Zaccheo a quanto pare aveva una brutta reputazione, a quanto pare i suoi concittadini lo avevano già giudicato, eppure proprio a casa sua Gesù “deve” fermarsi.

Abbiamo ben radicati dentro di noi dei criteri morali nobili, alti, frutto di secoli di pensiero e di etica. Sono idee e comportamenti che ci sono stati raccomandati da piccoli, a volte anche con metodi educativi quanto meno discutibili, sui quali abbiamo costruito la nostra personalità e le nostre scelte. C’è chi nel tempo ha elaborato questi principi e chi non si è posto molti problemi; chi ne ha assunti di nuovi, tralasciandone altri, e chi è rimasto fedele da sempre. C’è però un fatto che l’episodio di Zaccheo mi rende evidente: io stesso faccio della mia etica anzitutto uno strumento di giudizio nei confronti degli altri, prima di ricordare che i valori di cui si nutre sono anzitutto una meta per me. Purtroppo siamo tutti di sentenza facile: Zaccheo era un peccatore allo stesso modo, per esempio, di un collega che riteniamo incompetente, di un capo svogliato o di una moglie o di un marito che non risponde alle nostre attese, di un parroco che non segue le attività comunitarie come ci sembrerebbe più giusto… e l’elenco potrebbe essere lungo.

Ma non è tutto qui, quando ci siamo fatti una certa idea su una persona – un recente studio americano sostiene che per la prima impressione bastino sette secondi – facciamo una grande fatica a cambiarla. Un nostro compagno di scuola, nella nostra mente, da adulto rimane quel bambino con tutti i “pregi” e i “difetti” di quando faceva le elementari. E lo stesso vale per gli amici di una vita, i colleghi… Pensare quanto invece è liberante sapere che Gesù viene in cerca proprio di noi peccatori, di noi che siamo i giudici più spietati di noi stessi (oltre che degli altri). E quanto è liberante sapere che in verità le persone cambiano. Cambia Zaccheo che restituisce quattro volte tanto a chi ha rubato, cambiano le persone che ci hanno feriti, cambiano quelle che non ci piacciono. L’importante è aprirsi e conoscere. L’importante è voler vedere Gesù.

Luca Bortoli