Domenica
25
Dicembre 2022
Natale del Signore
Luca 2,10
Non temete.

Ascolto

Isaia 9,1-3.5-6

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

dal Salmo 95

Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Tito 2,11-14

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Luca 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Medito

Qualche mese fa un anziano mi raccontò alcuni episodi della sua infanzia. D’inverno trascorreva le serate nella stalla giocando coi fratelli, ascoltando gli adulti, vegliando e pregando. Sorrideva ripensando ai tuffi sul cumulo di foglie raccolte in un angolo della stalla e usate per rinnovare la lettiera delle mucche. Mi disse che talvolta veniva usato come giaciglio da viandanti che ottenevano ospitalità per la notte. È probabile che questi ricevessero anche qualcosa da bere e da mangiare. E penso: i contadini del secondo dopoguerra non avevano timore ad accogliere forestieri nella stalla, luogo di riparo per i loro preziosi animali? Quanto lascerei avvicinare uno sconosciuto alla mia casa o solo al mio garage? Nel mio quartiere, ogni sguardo curioso di estranei è fonte di un certo sospetto!

Ho sempre provato tristezza pensando a Maria e Giuseppe che vagano per Betlemme e non trovano posto nell’alloggio. Quest’anno però mi è venuto in mente il racconto del giaciglio di foglie per i viandanti e ho visto la mangiatoia sotto un’altra luce. È il segno che qualcuno ha offerto a Maria un riparo, umile, ma pur sempre un riparo. Dio non mi chiede poi tanto, ma l’essenziale, e soprattutto di essere pronto ad accoglierlo. La venuta di Gesù è costellata da episodi di accoglienza e di angeli che esortano a non temere, a cominciare dall’«Eccomi» di Maria e dalla decisione di Giuseppe di prenderla con sé. C’è l’accoglienza di coloro che mettono a disposizione la mangiatoia e c’è quella dei pastori che non fuggono intimoriti all’annuncio della salvezza. L’accoglienza richiede il superamento delle proprie paure. E infatti gli angeli continuano ad esortare: «Non temete».

ll viandante bussava alla porta se la lanterna era ancora accesa e qualcuno vegliava nella stalla. Nel Vangelo di oggi, il primo annuncio viene fatto ai pastori che vegliano le loro pecore. Sono abituati a sorvegliare e a proteggere il gregge anche nel buio della notte. L’angelo li invita ad andare all’incontro con Dio che si manifesta come un bambino in fasce, bisognoso di tutto, di cure e attenzioni. Mi piace pensare che questo invito venga rivolto anche a me, anno dopo anno, a compimento del viaggio dell’Avvento; è un’avventura sempre nuova, verso l’incontro con qualcosa di straordinario. Gesù mi invita ad amarlo e a prendermi cura di lui; ci invita ad amare e a prenderci cura a vicenda, senza paura di farlo.

Alessandra Bertapelle e Lorenzo Sanavia