Domenica
24
Aprile 2022
II Domenica
del Tempo di Pasqua
Giovanni 20,27
Non essere
incredulo,
ma credente.

Ascolto

Atti 5,12-16

Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli. Tutti erano soliti stare insieme nel portico di Salomone; nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava.
Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro.
Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti impuri, e tutti venivano guariti.

dal Salmo 114

Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre». 
 
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo! 
 
Ti preghiamo, Signore: Dona la salvezza!
Ti preghiamo, Signore: Dona la vittoria!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Il Signore è Dio, egli ci illumina.

Apocalisse 1,9-11.12-13.17.19

Io, Giovanni, vostro fratello e compagno nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.
Fui preso dallo Spirito nel giorno del Signore e udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva: «Quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle sette Chiese.
Mi voltai per vedere la voce che parlava con me, e appena voltato vidi sette candelabri d’oro e, in mezzo ai candelabri, uno simile a un Figlio d’uomo, con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro.
Appena lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli, posando su di me la sua destra, disse: «Non temere! Io sono il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Ero morto, ma ora vivo per sempre e ho le chiavi della morte e degli inferi. Scrivi dunque le cose che hai visto, quelle presenti e quelle che devono accadere in seguito».

Giovanni 20,19-31

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Medito

«Io non credo». Queste parole dette da Tommaso mi interpellano proprio in questo periodo della mia vita. Quattro anni fa, alla fine di un percorso di dubbi e domande, avevo deciso di dire il mio sì di credente al Signore, davanti alla cattedrale di Santiago di Compostela. Durante quel mese di pellegrinaggio, le parole che più risuonavano in me erano quelle pronunciate l’anno prima, durante la Giornata Mondiale della Gioventù, dal Vescovo della mia diocesi. Le parafraso qui: «Ad un certo punto della mia vita ho sentito di dover mettere fine ai dubbi, di dover dare una risposta definitiva al Signore, e ho deciso di dire sì». Da quel momento sono riuscito a vivere la mia fede, soprattutto in parrocchia (partecipando alla Santa Messa e mettendomi a servizio come educatore), in modo più leggero, con più certezze e serenità.

Ma, in seguito alla pandemia e alla conclusione del mio percorso di educatore, ho perso via via le possibilità di confronto e stimolo che in passato mi avevano aiutato a mantenere viva la fede, il mio desiderio di pregare e di mettermi di fronte a Dio. Ho quindi ricominciato ad essere assalito dai dubbi e il mio sì convinto si è trasformato, come è successo a Tommaso, in un bisogno di sicurezza e di toccare con mano la realtà. A differenze di Tommaso, però, io non ho visto i segni dei chiodi né tantomeno messo la mano nel costato di Gesù. A volte mi chiedo se ancora non mi sia capitato un segno così evidente di Dio nella mia vita o se semplicemente i miei occhi e il mio cuore finora siano stati rivolti verso qualcos’altro e io non sia ancora riuscito ad accorgermi della sua presenza. Delle persone che mi sono vicine mi stanno però aiutando a rimettermi in gioco in esperienze e momenti di vita comunitaria, di formazione spirituale e di preghiera. Spero che questo sia l’inizio di un nuovo percorso che mi rimetta sulla strada di quel sì pronunciato anni fa.

Luca Maddalosso