Domenica
23
Gennaio 2022
III del tempo ordinario
Luca 1,16
Entrò
nella sinagoga e
si alzò a leggere.

Ascolto

Neemia 8,2-4.5-6.8-10

In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere.
Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza.
Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore.
I leviti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura.
Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge.
Poi Neemìa disse loro: «Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».

dal Salmo 18

Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.

La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
 
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.
 
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.
 
Ti siano gradite le parole della mia bocca;
davanti a te i pensieri del mio cuore,
Signore, mia roccia e mio redentore.

1 Corinzi 12,12-31

Fratelli, come il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito.
E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Se il piede dicesse: «Poiché non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe parte del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato?
Ora, invece, Dio ha disposto le membra del corpo in modo distinto, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; oppure la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi proprio le membra del corpo che sembrano più deboli sono le più necessarie; e le parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggiore rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggiore decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha disposto il corpo conferendo maggiore onore a ciò che non ne ha, perché nel corpo non vi sia divisione, ma anzi le varie membra abbiano cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?

Luca 1,1-4;4,14-21

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Medito

Le letture di questa domenica mi inducono a riflettere su quanto siano stati importanti per me alcuni libri e, più in genere, certe letture: credo del resto che, come me, molti altri sappiano dire quale libro ha accompagnato e segnato un particolare momento della loro vita (da parte mia, penso a “Il piccolo principe” quand’ero bambino, a un certo libro di Milan Kundera e a un certo racconto di Tolstoj da adulto, sotto altri profili al Vangelo di Marco della GMG di Roma), magari ricordandone esattamente le parole, e che proprio per questo hanno voluto condividere con le persone più care.

Quando ciò accade – ed è una fortuna – significa che quella lettura non è stata solo un semplice diversivo, perché non si trattava di una mera raccolta estemporanea di parole, ma era invece il racconto di una precisa esperienza di vita, frutto di «ricerche accurate» e di attenta riflessione (come ci dice aver fatto l’evangelista Luca), o la suggestione profetica di un concreto futuro («Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»): solo in quei casi la narrazione, pur nella complessità dei suoi elementi, è organica e coordinata (come il corpo della seconda lettura), cosicché chi legge «tende l’orecchio», si commuove e «rende grazie» (come il popolo di cui ci dice il profeta Neemìa nella prima lettura).

Ebbene, questo ritengo che dovrebbe essere l’atteggiamento di ogni cristiano verso il libro per eccellenza, ossia le Sacre Scritture e in particolare il vangelo. Esso, infatti, contiene la Parola originaria (quella che era in principio presso Dio e che è essa stessa Dio); la Parola creatrice (Dio disse e quello che egli disse fu) e di vita eterna (raccontando la storia, che è anche l’annuncio, della nostra salvezza); la Parola che si è incarnata in Gesù facendosi uomo e mostrando la sua vicinanza a chi soffre; la Parola che deriva la sua saldezza dalla testimonianza dei molti (fino alle persone a noi più vicine) che l’hanno sentita e ce l’hanno trasmessa; infine, la Parola che noi stessi siamo chiamati a condividere con il prossimo («si alzò a leggere») diventando anche noi suoi «ministri».
Credo, allora, in conclusione, che sia doverosa per ciascuno di noi (e voglio che questo sia un preciso impegno per me) la lettura e la meditazione abituale, anche oltre le occasioni liturgiche, della Parola di Dio, perché essa ha la sua radice nel passato, ma si realizza nell’oggi ogni volta che è annunciata, trovando il suo compimento nell’orecchio di chi la ascolta e le ubbidisce.

Andrea Rinaldi