Domenica
17
Aprile 2022
Pasqua di Risurrezione
Giovanni 20,6
Entrò
nel sepolcro
e osservò
i teli posati là.

Ascolto

Atti 10,34.37-43

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

dal Salmo 117

Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre». 

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

Colossesi 3,1-4

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

Giovanni 20,1-9

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Medito

A volte la disabilità di mia figlia mi induce a chiudere Anna in sicuri recinti della mia mente. Altre volte invece la cerco dove non c’è. Forse sto facendo un parallelismo un po’ azzardato, ma la prima sensazione, suggerita dalla delusione del sepolcro vuoto, è proprio quella di cercare una persona nel posto sbagliato. Troppo spesso la mia esperienza, intelligenza, razionalità, affidandosi anche ai ricordi, suggeriscono dove cercare e dove trovare qualcosa. Quando dobbiamo gestire cose e progetti la mente funziona alla perfezione, ma quando si tratta di qualcuno allora la ragione non basta, deve entrare in campo la fiducia nella persona che stiamo cercando. È proprio la mia intelligenza e razionalità a costruire ricordi, a costruire sepolcri dove cercare Anna. È quasi magico scoprire che i ricordi e i sepolcri in greco hanno la stessa radice.

Ma è nello sguardo di Pietro incantato a guardare i teli, con la mente che viaggiava alla velocità della luce, che ragione e fede hanno la possibilità di passarsi il testimone. Uno di quei rari momenti dove, dopo aver viaggiato per percorsi, spesso molto diversi e lontani tra loro, mente e fede sono talmente vicine da sfiorarsi, forse toccarsi. Ricordo nel mio viaggio in Terra Santa una piccola grande delusione, che non ho mai confidato a nessuno, nel trovare il Santo Sepolcro vuoto. Non capivo questa strana ma profonda delusione, anche perché la nostra fede si dovrebbe fondare proprio sul sepolcro vuoto. In qualche modo però mi sarei aspettato qualcosa in più. Qualcosa di potente, eccezionale, risolutore. Già, perché un niente, un vuoto, un’assenza lascia la ragione a corto di soluzioni e certezze. Quando poi realizzo che davanti a quel niente mi aspettavo di trovare una persona, è il cuore a suggerire che lo sto cercando nel posto sbagliato, nel recinto sbagliato, nel ricordo sbagliato. Non è lì.

Forse la nostra fede in Dio è molto più legata alla fiducia che abbiamo negli altri di quello che immaginiamo. A partire dalle persone più vicine fino ad arrivare a quelle che non conosciamo. Non è teoria, ma una sorta di allenamento quotidiano molto pratico. È un correre ogni giorno verso il sepolcro per trovarlo vuoto osservando i teli che ci suggeriscono che l’esatto contrario della morte è altrove ed è negli incontri: l’amore.

Guido Marangoni