Giovedì
14
Aprile 2022
Giovedì Santo
Cena del Signore
Giovanni 13,15
Perché anche voi
facciate come io
ho fatto a voi.

Ascolto

Esodo 12,1-8.11-14

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

È vicino chi mi rende giustizia:
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste:
chi mi dichiarerà colpevole?

dal Salmo 115

Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene. 

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

1 Corinzi 11,23-26

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

Giovanni 13,1-15

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Medito

La liturgia della Parola di oggi ha un filo rosso che è l’invito a fare memoria. Basta pensarci un attimo: la storia del Cristianesimo, l’attività missionaria e caritativa della Chiesa, il nostro contributo in parrocchia e nelle associazioni, sono il tentativo di mettere in pratica, di dare una forma a quanto pronunciato da Gesù nell’ultima cena: in memoria di me. Questo fare memoria non è una novità del Nuovo Testamento, ma come ci racconta già l’Esodo nella prima lettura di oggi, il Signore stesso istituisce un memoriale nel giorno della Pasqua, in modo che il popolo eletto di Israele possa sempre ricordare l’Alleanza con Dio.

La morte e risurrezione di Gesù richiamano, nella seconda lettura di Paolo, alla Nuova Alleanza. In questo caso l’invito è fare memoria dei gesti che Gesù ha compiuto con i suoi discepoli: spezzare il pane, bere dal calice, e infine, come racconta Giovanni nel Vangelo, lavare i piedi. È significativo che, durante la messa in coena domini, sia stata inserita la lavanda dei piedi come simbolo dello stretto legame tra eucaristia e servizio, eucaristia e carità. I nostri sacerdoti incarnano nella propria vita questo legame, ed oggi infatti festeggiano la loro ordinazione. Al mattino, nelle cattedrali, assieme ai diaconi fanno memoria del loro sì verso Dio e verso la Chiesa. Anche noi laici possiamo fare memoria ogni giorno dei gesti di Gesù: ispirati dall’esempio dei nostri pastori, possiamo vivere il servizio nella vita di tutti i giorni. Come? Un buon primo passo potrebbe essere provare a metterci in ascolto degli altri.

Nadia Diantini e Tommaso Pepi