Domenica
13
Novembre 2022
XXXIII domenica del Tempo Ordinario
Anno C I settimana del salterio
Luca 21,18
Ma nemmeno
un capello
del vostro capo
andrà perduto.
San Ireneo

Ascolto

Malachia 3,19-20

Ecco: sta per venire il giorno rovente come un forno.
Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio.
Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.

dal Salmo 97

Il Signore giudicherà il mondo con giustizia.

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra.

Giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.

2 Tessalonicesi 3,7-12

Fratelli, sapete in che modo dovete prenderci a modello: noi infatti non siamo rimasti oziosi in mezzo a voi, né abbiamo mangiato gratuitamente il pane di alcuno, ma abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.
Non che non ne avessimo diritto, ma per darci a voi come modello da imitare. E infatti quando eravamo presso di voi, vi abbiamo sempre dato questa regola: chi non vuole lavorare, neppure mangi.
Sentiamo infatti che alcuni fra voi vivono una vita disordinata, senza fare nulla e sempre in agitazione. A questi tali, esortandoli nel Signore Gesù Cristo, ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità.

Luca 21,5-19

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Medito

La prima volta che ho letto le letture di questa domenica sono stata invasa da un sentimento di disagio. Nella prima lettura chi è ingiusto perirà bruciato come paglia. Nella seconda c’è un senso di paura costante, dovuto al dover per forza essere una persona retta, imperscrutabile. Addirittura nel Vangelo Gesù ci ammonisce dicendo che ogni cosa che di brutto potrebbe accaderci, guerre, tradimenti, terremoti, deve passare in secondo piano di fronte alla fede salda e al timore di non seguire Dio con tutto il nostro corpo e tutta la nostra anima.

Ma mentre leggo vedo le immagini della guerra in Ucraina, scene d’altri tempi, da libri di storia, e che invece drammaticamente stanno accadendo ora, qui, nel 2022. E dare un senso alle parole del Vangelo diventa ancora più difficile. Un Gesù che parla di «parole e sapienza» come scudo, come arma di difesa da chiunque, con ogni mezzo, ci attaccherà, sembra una pia illusione, un’immagine utopica. La verità è che chiunque di noi si è sentito impotente, incapace e pieno di rabbia a vedere molte di quelle immagini. Di sicuro il mio primo pensiero non è stato rivolto alle parole e alla sapienza che ci derivano dalla fede.

Rileggendo ancora una volta i brani per scrivere queste riflessioni mi accorgo di nuove parole, non le prime che mi hanno colpita, ma altre, che ci sono sempre state, ma che non facevano molto rumore: «sorgerà il sole di giustizia», «lavorando con tranquillità», «testimonianza». Eccoti, Gesù, anch’io non ti avevo riconosciuto, eppure sei sempre stato lì a dirmi cosa fare e per cosa pregare. Come sempre, non sei tra le parole che fanno scalpore, ma tra quelle che si notano dopo, dopo la rabbia, la delusione e lo sconforto arrivi tu. Quando penso che tutto sia perduto, ti trovo nei gesti dei miei sacerdoti che lavorano con coraggio per la ripartenza della nostra comunità, dei nostri animatori, catechisti, accompagnatori, di ogni persona che ci legge dentro e non bada alla maschera che abbiamo deciso di indossare, di ogni persona che riesce a sorridere anche quando tutto sembra difficile. Per me e per tutti, ti prego perché sia vero che la perseveranza e l’esempio non vadano persi e che davvero ogni gesto resti. Solo così vivremo in eterno e solo così «nemmeno un capello andrà perduto».

Roberta Frassoni