Domenica
06
Novembre 2022
XXXI domenica del Tempo Ordinario
Anno C IV settimana del salterio
Luca 20,35
Quelli che sono
giudicati degni
della vita futura…
san Leonardo

Ascolto

2 Maccabei 7,1-2.9-14

In quei giorni, ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite.
Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri».
[E il secondo,] giunto all’ultimo respiro, disse: «Tu, o scellerato, ci elimini dalla vita presente, ma il re dell’universo, dopo che saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà a vita nuova ed eterna».
Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori prontamente la lingua e stese con coraggio le mani, dicendo dignitosamente: «Dal Cielo ho queste membra e per le sue leggi le disprezzo, perché da lui spero di riaverle di nuovo». Lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza di questo giovane, che non teneva in nessun conto le torture.
Fatto morire anche questo, si misero a straziare il quarto con gli stessi tormenti. Ridotto in fin di vita, egli diceva: «È preferibile morire per mano degli uomini, quando da Dio si ha la speranza di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te non ci sarà davvero risurrezione per la vita».

dal Salmo 16

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno.

Tieni saldi i miei passi sulle tue vie
e i miei piedi non vacilleranno.
Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole.

Custodiscimi come pupilla degli occhi,
all’ombra delle tue ali nascondimi,
io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.

2 Tessalonicesi 2,16-3,5

Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno.
Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo.

Luca 20,27-38

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

Medito

Quando ho ricevuto le letture, le ho lette subito una volta, di fila, cercando di sgombrare la mente e aprire il cuore. Una cosa che mi ha colpito è stato il tema ricorrente delle regole. Sia nelle letture che nel Vangelo si parla di «leggi», di «quanto noi vi ordiniamo », di «prescrizioni». E mi è venuta in mente quella volta che, alla scuola dell’infanzia dove lavoro, ho sgridato un bambino, e per cercare di spiegargli il perché ho esordito così: «Ascolta, lo sai che a scuola ci sono delle regoline da rispettare. Sono regoline importanti, perché ci permettono di stare bene tutti insieme». Il bimbo non mi ha lasciato proseguire, ed è esploso in un «No, no, io non voglio le regole!». A pensarci più tardi, con calma, ho realizzato che anch’io a volte mi sento così: un po’ “schiacciata”, un po’ “stretta” dentro certe regole. La prudenza dice di rispettare il limite dei 70, ma chi me lo fa fare in uno stradone così largo e dritto? Il senso civico dice di pagare tutte le tasse, ma devo per forza farmi fare anche quella fattura mentre per una volta potrei risparmiare un po’? E così via.

Anch’io come i Sadducei a volte mi interrogo sul senso della mia esistenza sulla terra, se è così necessario essere sempre ligia al dovere, rispettare le regole e fare del bene. Gesù risponde: «quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito». Gesù va oltre questo mondo e ne prospetta uno in cui tutti vivono per lui, in lui. Una comunione con il bene e l’amore che va oltre le regole di questo mondo e dà loro pienezza. I mariti di cui parla il Vangelo, nell’aldilà immaginato dai sadducei, probabilmente sarebbero invidiosi e gelosi l’uno dell’altro, in lotta su «di chi sarà moglie» la donna. Ma in realtà le logiche della terra, che a volte possono essere così egoistiche ed egocentriche, saranno sbaragliate dall’amore pieno, uguale per tutti e incondizionato.

Gesù, quando eri un uomo su questo mondo, già vedevi e sognavi questo futuro per noi. Con la tua risurrezione l’hai reso concreto. E allora ti chiedo, con il tuo grande amore, insegna anche a me a vivere su questa terra non come «figlia di questo mondo », ma come «figlia della risurrezione, figlia di Dio», in grado di portare qui quell’Amore così potente che va al di là delle logiche terrene.

Chiara Albertin