Sabato
25
Dicembre 2021
Natale del Signore
Luca 2,10
Vi annuncio
una grande gioia.

Ascolto

Isaia 9,1-3.5-6

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

dal Salmo 95

Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

Tito 2,11-14

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Luca 2,1-14

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Medito

Messa di Natale: finita la celebrazione, mentre tutti escono e festosamente si scambiano gli auguri, un ragazzo che conosco rimane seduto al suo posto, nelle ultime file, piangendo copiosamente e silenziosamente. È stato da poco lasciato dalla moglie. La scena stride con la parola di Dio appena ascoltata: «Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia». E ancora: «Vi annuncio una grande gioia». Penso a quanto dolore c’è nel mondo anche oggi, a Natale. Pure nella mia vita ci sono tante persone e situazioni che vorrei cambiare e che, nonostante l’arrivo del Natale, probabilmente non cambieranno. Questa festa non ha nulla di magico: la venuta di Gesù non fa sparire il male con un colpo di bacchetta.

Mi chiedo allora come si concili tutto questo con l’annuncio gioioso della nascita di Gesù bambino. Forse col Natale la realtà che vedo intorno non muterà, ma di certo può mutare il modo in cui la vedo: quella stessa luce che avvolse i pastori può conferirle un aspetto completamente diverso. Guardando sotto quella luce, posso innanzi tutto provare ad accettare serenamente tutto ciò che non sono in grado di cambiare. Posso poi ammirare e gustare i colori vividi e incantevoli di tante cose e persone cui spesso dedico solo un’occhiata distratta o abitudinaria. Posso ancora cercare di scorgere che, proprio quando mi trovo più in difficoltà e mi sento solo, il Signore è più presente e
vicino a me.
A qualcuno riesce piuttosto facile guardare con la luce giusta, ma a me risulta alquanto difficile. Questa mia difficoltà però non deve scoraggiarmi, perché credo non dipenda da incapacità, né solamente da scarso esercizio. È piuttosto una questione di grazia, come dice san Paolo; grazia che posso chiedere a Dio con la preghiera. Signore Gesù, in questo giorno santo avvolgi anche me, come i pastori, con la tua luce; aiutami a guardare me stesso e gli altri con il tuo sguardo benevolo e misericordioso; aiutami a scorgere ogni giorno la mangiatoia recondita in cui sei presente.

Alessandro Fede