Domenica
19
Dicembre 2021
IV domenica di Avvento
Luca 1,42
Benedetta
tu fra le donne
e benedetto
il frutto
del tuo grembo!

Ascolto

Michea 5,1-4

Così dice il Signore:
«E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall’antichità,
dai giorni più remoti.
Perciò Dio li metterà in potere altrui,
fino a quando partorirà colei che deve partorire;
e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele.
Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore,
con la maestà del nome del Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra.
Egli stesso sarà la pace!».

dal Salmo 79

Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.

Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.
 
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
 
Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.

Ebrei 10,5-10

Fratelli, entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: “Ecco, io vengo
– poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –
per fare, o Dio, la tua volontà”».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

Luca 1,39-48

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Medito

Il vangelo della Visitazione è densissimo di significati e può essere letto da varie prospettive: descrive l’incontro tra due sante, le quali hanno già fatto esperienza diretta della grazia divina; preannuncia il ruolo che i loro figli avranno nel progetto di Dio: il figlio di Maria si manifesterà come il Messia, il figlio di Elisabetta come colui che «camminerà davanti al Messia con lo spirito e la potenza di Elia». Vi è inoltre la presenza dello Spirito santo che scende su Elisabetta e le permette di interpretare il sussulto di gioia del bimbo nel suo grembo e di riconoscere il Cristo nel frutto del grembo di Maria. Sono tutti aspetti fondamentali per l’esegesi della Parola, che merita ben altro approfondimento rispetto a queste poche righe.

A mio parere, c’è un’ulteriore visuale dalla quale leggere il brano della Visitazione, forse più semplice ma che in questo momento sento più vicina. Siamo infatti di fronte all’incontro tra due mamme, la prima, Elisabetta, in stato di gravidanza avanzata e la seconda, Maria, che ha appena scoperto di essere.
Mia moglie e io siamo diventati genitori da poco più di un anno e leggendo il Vangelo mi è tornato alla mente l’incontenibile desiderio di far sapere ai nostri cari che avremmo avuto un figlio. Anche Maria, probabilmente, voleva condividere la meravigliosa notizia, tanto da essere disposta a intraprendere un lungo viaggio in una regione montuosa per incontrare la cugina Elisabetta, con la quale confidarsi. La gravidanza è anche una prova faticosa, Maria ne è consapevole e anche per questo decideva di recarsi ad accudire la cugina. Ci sono poi le ansie e le preoccupazioni per quello che accadrà, per le incognite che il futuro riserva ai nuovi genitori, e su questo Maria ed Elisabetta si saranno confrontate.

Tuttavia, l’arrivo di una nuova vita è una circostanza sconvolgente che riempie il cuore di gioia ed è in grado di stravolgere positivamente le nostre vite e farci capire davvero quali siano le nostre priorità. E allora mi piace leggere il saluto che Elisabetta fa a Maria molto semplicemente come il saluto di una mamma a un’altra mamma, consapevole che entrambe portano nel grembo un dono di Dio. Ogni mamma può essere definita benedetta così come benedetto è il frutto del loro grembo. La vita che daranno alla luce è un segno della grazia di Dio che si manifesta in modo gioioso e sorprendente. Ringrazio quindi il Signore per il dono della vita di nostro figlio e prego affinché ci dia la forza di custodirla, consapevoli della sua unicità.

Francesco Pozziani