Le parole della liturgia | Maggio 2024

Preghiera dei fedeli

La Liturgia della Parola si chiude con la Preghiera universale o Preghiera dei fedeli, cioè dei battezzati, che esprimono la loro adesione a Cristo innalzando al Padre preghiere e suppliche. In essa: «Il popolo risponde in certo modo alla parola di Dio accolta con fede e, esercitando il proprio sacerdozio battesimale, offre a Dio preghiere per la salvezza di tutti» (OGMR 69).
Queste non devono essere delle mini omelie: «Le intenzioni che vengono proposte siano sobrie, formulate con una sapiente libertà e con poche parole» (71). Nemmeno si possono rivolgere a Gesù Cristo o alla Madre di Dio o ai Santi, perché tutto, ricordiamo, è preghiera di Cristo al Padre.
L’intenzione della preghiera dei fedeli è un proposta. «Il popolo, stando in piedi, esprime la sua supplica con una invocazione comune… oppure pregando in silenzio». Si potrebbe quindi proporre di ascoltare in silenzio; oppure limitare la preghiera ad una antica litania che dice semplicemente: «Per il Papa, Kyrie eleison»; «Per il Vescovo»; «Per coloro che ci governano»; «Per i tribolati», senza aver la pretesa di suggerire a Dio cosa debba fare, ma unicamente invitando l’assemblea a farsi vicina con la preghiera ai fratelli. È infatti il momento in cui l’assemblea guarda al di fuori. La successione delle preghiere è teologica. Si prega per le necessità della Chiesa, per i governanti e la salvezza di tutto il mondo, per quelli che si trovano in particolari necessità, per la comunità locale. Non c’è mai nulla di privato perché l’Eucaristia è sempre e solo la Pasqua di Cristo sulla Chiesa tutta e sul mondo intero. «Tuttavia, in qualche celebrazione particolare, per esempio nella Confermazione, nel Matrimonio, nelle Esequie, la successione delle intenzioni può venire adattata maggiormente alla circostanza particolare».