Editoriale | Aprile 2022

L’Open Space della risurrezione

In questi anni siamo un po’ sommersi dagli anglicismi, dalla presenza nel parlare quotidiano di vocaboli inglesi. Ogni epoca storica, infatti, presenta tendenze diverse. Ad esempio, all’inizio del Novecento erano frequenti i francesismi.

Open Space è una parola inglese che significa spazio aperto. Il suono è suggestivo e le connotazioni architettoniche, tipiche della progettazione di interni, rendono tale termine molto intrigante. Open Space è un concetto che abbraccia molte dimensioni, dal design all’interiorità. La funzione di un Open Space è quella di creare un’atmosfera di accoglienza, di ospitalità. Si tratta di un “effetto” della gestione degli spazi fisici ma, allo stesso tempo, dell’arte della preghiera.

In questo mese celebriamo il Triduo Pasquale e la luce della Pasqua illuminerà i nostri giorni fino a Pentecoste. Molte raffigurazioni della risurrezione ci presentano il segno del sepolcro aperto. Per noi è impossibile racchiudere in una rappresentazione la risurrezione poiché essa è un «fatto» avvenuto nella storia ma che va oltre la storia. Insomma, Cristo Risorto è un po’ come un Open Space: dono di ospitalità, apertura offerta a tutti, vicinanza nello Spirito a ogni cuore umano.

Don Giulio Osto