Le parole della liturgia | Marzo 2022

L’anno liturgico

Dio, che irrompe nella storia con l’incarnazione del Figlio suo, ha portato l’eternità dentro il tempo. Vi è un unico mistero, quello della salvezza manifestata nella persona, nelle parole e nelle azioni di Gesù Cristo, Figlio di Dio, ma lungo i giorni dell’anno se ne sottolineano le diverse angolazioni, per permetterci di contemplarle e viverle meglio. Anche nelle feste della Santa Madre di Dio, degli Apostoli e dei Santi, la Chiesa esprime l’unico mistero della salvezza operato da Cristo in loro e, come esempio, in tutti i credenti. Compito della Chiesa è di annunciare e di rendere accessibile in tutti i tempi l’opera della salvezza realizzata in Cristo. È questo l’anno liturgico.

Esso si articola attorno ai due eventi principali della vita di Gesù Cristo: la sua nascita e manifestazione al mondo e la sua passione, morte e risurrezione. L’unico mistero di Cristo viene di volta in volta guardato da un’angolazione diversa.

Fra i due eventi si trova il Tempo per annum (detto Tempo Ordinario) che raccorda fra loro questi che si chiamano “Tempi forti”.

L’anno liturgico comincia con il tempo di Avvento che sfocia in quello di Natale, nel quale celebriamo l’incarnazione del Figlio di Dio e la sua manifestazione al mondo.

Dopo questo, inizia il Tempo Ordinario, un periodo che non sottolinea un particolare aspetto del mistero di Gesù, ma accompagna il credente a vivere anche nella “ordinarietà” della vita tutto l’evento della salvezza. Segue il periodo della Quaresima, un tempo penitenziale e di rinnovamento spirituale che sbocca nel Tempo di Pasqua. Questo ha il suo culmine a Pentecoste, dopo la quale riprende il Tempo Ordinario. Ogni tempo è tempo di Dio: nel susseguirsi dei giorni, la sua offerta di salvezza abbraccia tutte le epoche e tutti gli uomini, ed è quindi universale.

Elide Siviero