Le parole della liturgia | Luglio 2022

Il segno di croce

«Terminato il canto d’ingresso, il sacerdote e tutta l’assemblea si segnano col segno della croce» (Introduzione al Messale, n. 28). «Il segno della croce è il segno della Passione di Cristo e non lo facciamo soltanto per benedire e consacrare, ma anche per professare la propria fede nella potenza della Passione del Signore». Queste parole di san Tommaso esprimono bene il significato e l’importanza del segno della croce. Infatti, nella Chiesa si comincia ogni azione importante con il segno della croce, per sottolineare che l’azione si svolge «nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» o meglio per rendere gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

La Liturgia è piena di segni di croce e fin dall’inizio pone questo gesto. Fare il segno di croce significa chiedere la benedizione a Dio e nello stesso tempo professare la propria fede. Tutto quello che noi dobbiamo credere di Dio ha senso a partire dal sacrificio di Gesù Cristo sulla croce. Fare questo segno su di noi significa proclamare la nostra appartenenza a Cristo e dichiarare al mondo che siamo stati segnati con la sua Croce e siamo felici di manifestarlo. Lo facciamo prima della preghiera perché ci introduca nel raccoglimento e ci metta spiritualmente in ordine, concentrando in Dio pensieri, animo e volontà; lo ripetiamo al termine della preghiera, affinché rimanga in noi ciò che Dio ci ha donato; lo ripetiamo più volte perché ci renda forti nella tentazione, e ci protegga nel pericolo.

Il segno della croce è il segno più santo che ci sia; dobbiamo farlo bene, dalla fronte alla cintura, toccando poi le spalle: «Lento, ampio, consapevole, in modo che abbracci tutto il nostro essere, corpo, anima, pensieri, volontà e tutto venga irrobustito, consacrato nel nome di Dio uno e trino» come scriveva Romano Guardini.

 

Elide Siviero