Editoriale | Luglio 2023
Gli alpinisti della fede
Il 31 luglio del 1954 una spedizione italiana composta da 30 membri fra alpinisti e ricercatori, guidata dal geologo Ardito Desio, conquista la cima del K2 (8.611 m), la vetta più alta del Karakorum e la seconda montagna più alta del pianeta, nella catena dell’Himalaya. A piantare la bandiera italiana e pakistana furono materialmente Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. A dare supporto e un importante contributo fu un giovanissimo Walter Bonatti. Tralasciando le accuse e i processi avanzati poi nei confronti di Bonatti e che si conclusero riconoscendogli il giusto contributo, quella fu davvero un’impresa formidabile. Momenti di sconforto sopraggiunsero sicuramente, per le condizioni climatiche, per lo stato fisico, per le difficoltà da affrontare.
Papa Francesco ha detto che «la rassegnazione non è una virtù cristiana. Il cristiano rischia, ha il coraggio di rischiare per portare il bene che Gesù ci ha donato, ci ha dato come un tesoro». Per raggiungere quella vetta gli alpinisti ebbero il coraggio di rischiare, andarono oltre la rassegnazione, atteggiamento che può immobilizzare le gambe, farci sentire sconfitti di fronte alle prove della vita o, al contrario, se vissuto bene, farci ripartire. Gesù vuole che non abbassiamo mai la guardia: la vetta, quella della fede, ci spinge ogni giorno a superare fallimenti e momenti negativi.
Lodovica Vendemiati
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