Editoriale | Febbraio 2026

Educare alla bellezza

Quando ci troviamo di fronte al paesaggio che si apre dopo l’ultimo tornante di una strada di montagna, quando ci perdiamo sotto un limpido cielo stellato, quando ci fermiamo a contemplare un’opera d’arte che ci sorprende o ascoltiamo un’orchestra che suona la nostra opera preferita, facciamo esperienza della bellezza. È un’esperienza che trascende la realtà che abitiamo tutti i giorni e che apre dentro di noi nuovi spazi, nuovi livelli di senso. Educare alla bellezza significa educare a uno sguardo capace di andare oltre l’apparenza, sensibile all’autenticità, capace di cogliere i semi di bontà e di speranza che sono spesso nascosti nel traffico continuo del mondo. È la vera sfida di oggi, non solo per i più giovani, ma anche per chi si sente ormai assuefatto alla drammaticità dei gesti di cui è capace l’umanità.
La Quaresima, entro la quale il mese di febbraio ci accompagna, è un tempo liturgico che invita a riscoprire la vera bellezza. Lo fa mettendo al centro l’essenzialità: il digiuno, la preghiera e l’elemosina sono quegli strumenti che la Chiesa ci mette a disposizione per andare al di là della superficie e spingerci nella profondità delle relazioni umane. È qui che la bellezza riemerge con tutta la sua forza, riappropriandosi di spazi, parole, gesti che diventano trasparenti all’amore di Dio. 

Manuela Riondato