Editoriale | Giugno 2023

Corpo e cuore

Se pensiamo al corpo, probabilmente la prima cosa cui lo associamo è la salute: la gioia del muoverci, dell’indipendenza, del fare un’attività sportiva, oppure la fatica della malattia, della sofferenza, della situazione di dipendenza nei confronti di altri. Associamo al corpo anche l’esperienza della nascita e della morte, ma il nostro corpo non è solo questo. Tutto ciò che lo attraversa lascia una traccia indelebile in noi. Attraverso il corpo stringiamo legami profondi, impariamo a conoscere il mondo, assumiamo uno sguardo su di noi, nel bene e nel male. Noi “siamo” il nostro corpo, anche se non siamo solo questo. Percepiamo infatti che andiamo oltre rispetto alla nostra fisicità, noi “siamo” anche il nostro cuore, nel suo significato biblico: la dimensione della coscienza, dei sentimenti, della consapevolezza, della scelta. Due aspetti, corpo e cuore, che dicono la nostra identità e la nostra dignità di esseri umani. 

Gesù, al pari di noi, è stato tutto questo. È stato corpo, è stato cuore. Non gli è stato risparmiato nulla dell’esistenza umana: ha vissuto fino in fondo il corpo in continuità con il cuore, offrendo la sua vita liberamente, per amore, fino alla morte in croce. E continua anche oggi a offrirsi per noi nel pane e nel vino, perché anche noi possiamo vivere fino in fondo, come lui, la nostra umanità.   

Manuela Riondato