5 Febbraio 2023
Le vostre opere buone. Matteo 5,16 
In questi ultimi anni, siamo passati dall’essere tutti allenatori della nazionale a chef stellati che dicono la loro sul piatto che hanno davanti. Ecco, nel secondo caso il primo commento che di solito emerge è: «manca il sale» oppure «troppo salato!». Il sale diventa il metro di giudizio grazie anche alla sua versatilità: nella cucina, nelle pulizie, in caso di maltempo, per il bucato… elemento indispensabile! Ma sappiamo dosarlo? Da Chef a interior designer poi il passo è breve, ed ecco che iniziamo a giudicare gli ambienti che visitiamo: spazi, mobili, luminosità… in un minuto siamo i maggiori esperti di illuminazione. La luce è necessaria! Essa è una delle prime cose che vengono narrate nella creazione. La luce non illumina se stessa, ma fa luce a noi. Non si fa vedere, ma “fa vedere”.  Diventa metro di misura per delineare la vita delle persone (luci ed ombre), ma la nostra luce la sappiamo esprimere al meglio? Il sale aggiunge quel qualcosa in più a ciò che già esiste, la luce rischiara quello che cè e magari non è chiaro. È quello che Gesù chiede ai suoi discepoli, quindi anche a noi: essere persone non neutrali, ma che ci mettono del loro per dare maggiore gusto alla vita che vivono, sia personale sia comunitaria. Persone che si interrogano sul sapore che dobbiamo avere affinché ogni nostra azione diventi “sapida”, cioè dia gusto, gioia, serenità ad ogni persona che incontriamo.