Domenica
31
Agosto 2025
XXII domenica del Tempo Ordinario – Anno C
II settimana del salterio
Luca 14,11
Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato.
san Aristide
san Raimondo Nonnato

Ascolto

Siracide 3,19-21.30-31

Figlio, compi le tue opere con mitezza, e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore. Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti. Perché grande è la potenza del Signore, e dagli umili egli è glorificato. Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio, perché in lui è radicata la pianta del male. Il cuore sapiente medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio.

dal Salmo 67

Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.

I giusti si rallegrano, esultano davanti a Dio e cantano di gioia.

Cantate a Dio, inneggiate al suo nome: Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove è Dio nella sua santa dimora. A chi è solo, Dio fa abitare una casa, fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio, la tua esausta eredità tu hai consolidato e in essa ha abitato il tuo popolo, in quella che, nella tua bontà, hai reso sicura per il povero, o Dio.

Ebrei 12,18-19.22-24

Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.

Luca 14,1.7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”.
Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio.
Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei
giusti».

Medito

Goooal! A pochi minuti dalla fine la squadretta di calcio che si allena nel campetto vicino ai palazzoni è riuscita a segnare con una rovesciata, un’acrobazia riuscita perfettamente, non si sa come, impossibile da ripetere, neppure provando mille volte. Dopo poco, con il triplice fischio dell’arbitro, la partita è terminata con la vittoria inaspettata, contro tutti i pronostici. La squadra abbondantemente favorita, prima in classifica, aveva dominato la partita, aveva effettuato passaggi al volo prendendo in giro gli avversari che difficilmente riuscivano a toccare palla. Non avevano, però, concretizzato con un goal la loro superiorità e alla fine erano stati beffati.
La vittoria è stata festeggiata nello spogliatoio con canti a squarciagola, pacche sulle spalle e urla sguaiate. Uno dei vincitori ha rivolto all’autore del goal il più esagerato dei complimenti: «Hai fatto una rovesciata da Dio!»

Senza volere, quel complimento sperticato conteneva una verità: Dio è uno specialista nelle rovesciate e nei rovesciamenti. Il rovesciamento, il ribaltamento sembra quasi un filo rosso che percorre tutta la storia della salvezza. Dio manda proprio Mosè che non era un buon oratore, forse era anche balbuziente, a parlare con il faraone. Il potente esercito egiziano, con carri e cavalieri, viene travolto dalle acque del mar Rosso e non riesce a fermare gli israeliti in fuga. Davide, quando era ancora un ragazzo, sconfigge il gigante Golia.
I testi biblici sono pieni di donne sterili che partoriscono e hanno una discendenza numerosa.
Maria, nel Magnificat, ricorda che Dio «ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote». Anche la conclusione della parabola raccontata da Gesù nel Vangelo di oggi è un rovesciamento: «Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».

Le parole di Gesù «Quando sei invitato a nozze, siediti all’ultimo posto…» – sembrano un consiglio saggio, quasi una strategia per evitare figuracce. In realtà Gesù vuol farci comprendere la sua logica e lo fa, soprattutto, con la sua vita, con il più grande dei rovesciamenti, il suo amore fino alla morte in croce. Per la mentalità dei suoi e di quelli che Gesù incontrava è inaccettabile un Dio debole che va a morire, è inconcepibile la logica delle beatitudini che chiama beati i poveri, quelli che sono nel pianto, i miti, i perseguitati.
La logica di Gesù è apparentemente paradossale ma è la legge che si sperimenta nella vita: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. La soddisfazione del panorama dalla cima del monte richiede la fatica della salita, non si ottengono risultati nello sport senza un rigoroso allenamento, i figli richiedono un grande impegno, abbondantemente ripagato per chi sa apprezzare le cose semplici e autentiche, c’è più gioia nel dare che nel ricevere.

Francesco Veronese e Maria Favaro