del Tempo Ordinario

san Pietro Poveda
Castroverde
Ascolto
Esodo 32,15-24.30-34
In quei giorni, Mosè si voltò e scese dal monte con in mano le due tavole della Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e dallʼaltra. Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio, scolpita sulle tavole. Giosuè sentì il rumore del popolo che urlava e disse a Mosè: «Cʼè rumore di battaglia nellʼaccampamento». Ma rispose Mosè: «Non è il grido di chi canta: Vittoria!”. Non è il grido di chi canta: Disfatta!”. Il grido di chi canta a due cori io sento». Quando si fu avvicinato allʼaccampamento, vide il vitello e le danze. Allora lʼira di Mosè si accese: egli scagliò dalle mani le tavole, spezzandole ai piedi della montagna. Poi afferrò il vitello che avevano fatto, lo bruciò nel fuoco, lo frantumò fino a ridurlo in polvere, ne sparse la polvere nellʼacqua e la fece bere agli Israeliti.
Mosè disse ad Aronne: «Che cosa ti ha fatto questo popolo, perché tu lʼabbia gravato di un peccato così grande?». Aronne rispose: «Non si accenda lʼira del mio signore; tu stesso sai che questo popolo è incline al male. Mi dissero: “Faʼ per noi un dio che cammini alla nostra testa, perché a Mosè, quellʼuomo che ci ha fatto uscire dalla terra dʼEgitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”. Allora io dissi: “Chi ha dellʼoro? Toglietevelo!”. Essi me lo hanno dato; io lʼho gettato nel fuoco e ne è uscito questo vitello». Il giorno dopo Mosè disse al popolo: «Voi avete commesso un grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa».
Mosè ritornò dal Signore e disse: «Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio dʼoro. Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato… Altrimenti, cancellami dal tuo libro che hai scritto!».
Il Signore disse a Mosè: «Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me. Ora vaʼ, conduci il popolo là dove io ti ho detto. Ecco, il mio angelo ti precederà; nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato».
dal Salmo 105
Rendete grazie al Signore, perché è buono.
Si fabbricarono un vitello sullʼOreb, si prostrarono a una statua di metallo; scambiarono la loro gloria con la figura di un toro che mangia erba.
Dimenticarono Dio che li aveva salvati, che aveva operato in Egitto cose grandi, meraviglie nella terra di Cam, cose terribili presso il Mar Rosso.
Ed egli li avrebbe sterminati, se Mosè, il suo eletto, non si fosse posto sulla breccia, davanti a lui per impedire alla sua collera di distruggerli.
• Matteo 13,31-35
In quel tempo, Gesù espose alla folla unʼaltra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dellʼorto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro unʼaltra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Medito
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Prego
Dimenticarono che Dio
li aveva salvati.
dal Salmo 105