Domenica
13
Luglio 2025
XV domenica del Tempo
Ordinario – Anno C
III settimana del salterio
Luca 10,28
Faʼ questo
e vivrai.
sant’Enrico
santa Clelia Barnieri

Ascolto

Deuteronomio 30,10-14

Mosè parlò al popolo dicendo: «Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta lʼanima. Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica».

dal Salmo 18

 I precetti del Signore fanno gioire il cuore.

La legge del Signore è perfetta, rinfranca lʼanima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti.

Più preziosi dellʼoro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo stillante.

Colossesi 1,15-20

Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.

Luca 10,25-37

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; faʼ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede allʼalbergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Vaʼ e anche tu faʼ così».

Medito

La duplice legge dellʼamore, verso Dio e verso il prossimo, è al centro del Vangelo di oggi. Luca non la fa pronunciare a Gesù, ma la mette sulle labbra di un dottore della Legge. Un uomo che conosce già molto bene la risposta alle sue domande, anche quella che riguarda il «prossimo». O meglio: era pienamente consapevole che non si fosse dʼaccordo nellʼindividuare con precisione chi appartenesse a questa categoria. Solo i connazionali? Gli stranieri purché stabiliti nella loro terra? E per quanto riguarda gli eretici, si poteva parlare di “prossimi”? Sui Samaritani tutti erano dʼaccordo: no, non potevano essere considerati prossimi. Gesù risponde in modo completamente inaspettato: non si inoltra nella diatriba, ma cambia il punto di vista, assumendo proprio quello di un Samaritano, per comprendere “come” farsi prossimo. Di fatto, esplicita quel «faʼ questo e vivrai», rende accessibile a tutti un comandamento che, recitato a memoria da un dottore della Legge, sembra impossibile persino per chi quella Legge è chiamato a studiarla e rispettarla tutti i giorni.   

La parabola raccontata da Gesù fa eco al libro del Deuteronomio, riportato nella prima lettura. Il comando di obbedire alla voce del Signore, di convertirsi a lui con tutto il cuore e con tutta lʼanima, non è qualcosa di troppo lontano, di irraggiungibile, di non comprensibile. Al contrario, «questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica». Il “fare” espresso da Gesù sta in gesti concreti, anche piccoli, ma profondamente umani, come quelli che elenca in modo così preciso: vedere, avere compassione, farsi vicino, fasciare, versare, caricare, portare, prendersi cura, tirare fuori due denari e affidare.  

Mi soffermo su ciascuno di questi verbi e mi chiedo quanto mi coinvolgano, quanto facciano parte della mia umanità, del mio essere persona anche davanti a quelle persone che spesso, nella mia testa, non reputo come “prossimi”. Allo stesso tempo, mi chiedo quali siano i miei verbi particolari, quelli con i quali esprimo la compassione e la cura. È così che scopro la forza di quel «faʼ questo e vivrai», e soprattutto il suo essere vicino a me, nelle mie mani, nei moti del mio cuore, nella capacità di farmi coinvolgere nelle relazioni. Non è un comandamento caduto dal cielo, ma già scritto dentro di me.

Manuela Riondato