Venerdì
02
Febbraio 2024
Presentazione del Signore
Luca 2,23
Come è scritto nella legge
del Signore.
santa Caterina de’ Ricci

Ascolto

Malachìa 3,1-4

Così dice il Signore Dio: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti.
Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai.
Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia.
Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».

 dal Salmo 23

Vieni, Signore, nel tuo tempio santo.

Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia.

Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria.

Chi è mai questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

Luca 2,22-40

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Medito

Se fino a questo momento la breve vita del piccolo Gesù rappresenta il compimento delle Scritture, ciò che racconta il Vangelo di Luca è un’azione che rovescia questo rapporto: Giuseppe e Maria portano il bambino a Gerusalemme «secondo la legge di Mosè». Essere il compimento delle Scritture non significa essere al di sopra della legge, ma starci dentro insieme a quel popolo in mezzo al quale Dio ha deciso di farsi uomo. Si tratta di un gesto pienamente umano, compiuto da due genitori che già fin d’ora riconoscono che quel figlio non appartiene loro ma è del Signore, e come tale dovrà vivere la sua vita, così meravigliosamente umana e nello stesso tempo pienamente divina. È così che poi tutto viene messo in movimento: lo Spirito diventa protagonista degli spostamenti, della comprensione della fede, delle parole che vengono pronunciate, di un futuro già prefigurato in quell’incontro al tempio, in quel sacrificio di tortore e colombi. La vita di Gesù, ancora bambino, è già in moto verso la Pasqua.  

Penso alle volte in cui non mi sono sentito compreso dalla Chiesa, o perché non ne condividevo fino in fondo il pensiero, o perché sento la lentezza di un’istituzione che per certi aspetti fatica a stare al passo con i tempi. Tuttavia la decisione presa è stata quella di starci dentro, di comprendere più a fondo, di aiutare a portare avanti un annuncio che si rinnova di epoca in epoca, pur nelle fatiche e nelle fragilità di cui sono fatto e di cui, come Chiesa, siamo fatti. Anch’io sono chiamato ad affidare la mia vita a Dio perché ne faccia un bene per tutti. Maria e Giuseppe saranno costretti a fare un passo indietro, perché la vita di Gesù è troppo preziosa per rimanere confinata solo a loro. E lo stesso la mia vita: quale distacco sono chiamato a compiere? 

S. M. 

Prego

Entri il re della gloria. 

dal Salmo 23