Domenica
09
Novembre 2025
Dedicazione della Basilica Lateranense
Giovanni 2,21
Ma egli parlava del tempio
del suo corpo.
santa Elisabetta
della Trinità

Ascolto

Ezechiele 47,1-2.8-9.12

In quei giorni, [un uomo, il cui aspetto era come di bronzo,] mi condusse all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro. Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Àraba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».

dal Salmo 45

Un fiume rallegra la città di Dio.

Dio è per noi rifugio e fortezza, aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce. Perciò non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti nel fondo del mare.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio, la più santa delle dimore dell’Altissimo. Dio è in mezzo a essa: non potrà vacillare. Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.

Il Signore degli eserciti è con noi, nostro baluardo è il Dio di Giacobbe. Venite, vedete le opere del Signore, egli ha fatto cose tremende sulla terra.

1 Corinzi 3,9-11.16-17

Fratelli, voi siete edificio di Dio. Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.
Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.

Giovanni 2,13-22

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Medito

La corporeità, per noi umani, probabilmente rappresenta in estrema sintesi ma in maniera esemplare, il classico detto «Croce e delizia»  e in definitiva «Spina nel fianco» come scriveva san Paolo: il corpo infatti è ciò che, fin dai primi stadi dello sviluppo cognitivo, raccoglie stimoli interni ed esterni, sia positivi che negativi, definendo così i comportamenti che fanno star bene e star male e suddividendoli in esperienze di piacere o di dolore durante tutto l’arco della vita.
Il corpo può essere causa delle più grandi e meravigliose esperienze di gioia e felicità, ma purtroppo anche di sofferenza e dolore atroce, tanto da desiderare di non sentire più il corpo stesso. Dall’altra, il corpo rimane lungo la storia generale, fonte d’ispirazione artistica e di ammirazione per la sua bellezza divina: al giorno d’oggi purtroppo l’ossessione estetica porta a vedere il corpo come un “oggetto” che invecchia e che va continuamente manomesso per mantenerlo “giovane”: si coltiva l’idea che il corpo possa essere il carcere dell’anima e della libertà, quasi ripercorrendo il pensiero di Pitagora. Ed è proprio a partire da questa situazione complessa dell’esperienza corporea che la ragionevolezza trova i suoi limiti e solo la ricerca spirituale può creare in noi il legame con la vita eterna.   

Ecco quindi perentoria la visione di Gesù: in tre giorni il tempio del suo corpo risorgerà. La distruzione, il decadimento, la paura del tempo che fugge e le sofferenze legate al corpo che mostra i suoi limiti, sono totalmente inserite all’interno di una vita che non muore, che non ha nulla a che vedere con i falsi tesori o calcoli umani, ma che risorge, che rivive, che non finisce nel dolore e nella distruzione. La strada che segna Gesù per i suoi discepoli è un percorso di totale speranza nella potenza di Dio creatore: lo stesso Dio creatore che alita la sua vita in tutta la creazione e in particolar modo con l’umanità desidera stringere un patto di vita, non di morte. 

Il corpo non è un dettaglio che bene o male fa soffrire o gioire: è il tempio dove risiede lo Spirito Santo Creatore. I discepoli scelgono questa visione della vita, del corpo e nella morte e resurrezione del Cristo oltrepassano il materialismo corporeo e percepiscono la potenza viva e onnipotente di Dio Padre. Il Figlio Risorto da morte diventa per i discepoli la reale esperienza della potenza della vita, che va oltre il corpo stesso, i suoi limiti e il suo decadimento.   

Marco Rostellato