Le parole della liturgia | Settembre 2025

L’epiclesi

Dopo il canto del Sanctus inizia l’epiclesi: «La Chiesa implora con speciali invocazioni la potenza dello Spirito Santo, perché i doni offerti dagli uomini siano consacrati, cioè diventino il Corpo e il Sangue di Cristo, e perché la vittima immacolata, che si riceve nella comunione, giovi per la salvezza di coloro che vi parteciperanno» (PNMR 78/c). Epiclesi vuol dire supplica, invocazione, dal greco epicalèo, chiamare, invocare. Essa, in realtà, nella Preghiera eucaristica è duplice perché avviene in due tempi. «Manda il tuo Spirito su questo pane e su questo vino, perché diventino per noi il corpo e il sangue del nostro Signore Gesù Cristo» e poi: «Ti preghiamo umilmente: per la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo», cioè manda il tuo Spirito su di noi perché diventiamo un solo corpo con il Signore Gesù Cristo, diventiamo la sua Sposa, la sua Chiesa. Nella liturgia Romana, le due epiclesi sono separate dal racconto istituzionale e dall’anamnesi. Ma questa conclusione è la meta della Preghiera eucaristica: ci spiega il perché della istituzione dell’eucaristia e perché noi la celebriamo. Ci fa comprendere il motivo per cui Gesù Cristo ha istituito l’Eucaristia: diventare un solo corpo con Lui. Nella nostra vita quotidiana, siamo spesso dentro la divisione, perché siamo poveri e limitati; per questo ci raduniamo in chiesa: perché Dio ci faccia passare dalla nostra divisione alla comunione nel corpo di Cristo. Uscendo dalla celebrazione, noi dovremmo essere corpo unito di Cristo Risorto. Ma poi ecco che la divisione ritorna ancora in noi, perché questa comunione è escatologica, si realizzerà pienamente sono alla fine dei tempi. Per questo ci raduniamo ogni domenica: per ritrovare la comunione con Gesù Cristo e fra di noi.  

Elide Siviero