Domenica
03
Agosto 2025
XVIII domenica del Tempo
Ordinario – Anno C
II settimana del salterio
Luca 12,20
E quello che hai preparato,
di chi sarà?
sant’Asprenato
san Martino

Ascolto

Qoelet 1,2;2,21-23

Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità: tutto è vanità. Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!

dal Salmo 89

Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

Tu fai ritornare l’uomo in polvere, quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo». Mille anni, ai tuoi occhi, sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi: sono come un sogno al mattino, come l’erba che germoglia; al mattino fiorisce e germoglia, alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio. Ritorna, Signore: fino a quando? Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore: esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rendi salda.

Colossesi 3,1-5.9-11

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria. Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti. 

Luca 12,13-21

In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così –disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Medito

Quando incontro un Vangelo non proprio “simpatico” e impegnativo da capire mi dico: è per gli altri, non per me! Eppure sono proprio questi dialoghi schietti e concreti di Gesù che interpellano e aiutano a trovare risposte nel quotidiano. Si parla poi di eredità e immagino levate di scudi e questioni in famiglia. Per sorridere (ma a volte credendoci!) chiedo alla mamma se qualche lontano parente potrebbe lasciarmi in eredità qualcosa, oppure ricevere la lettera da uno sconosciuto “zio d’America” che mi regala i suoi averi! La risposta è sempre la stessa: «Forse potresti ereditare debiti!». Torno così alla realtà chiedendomi quale eredità mi sto preparando a lasciare, pensando che non ho figli, e dove finiranno i beni accumulati. Mi interpella anche il Vangelo: cosa significa arricchirmi presso Dio? La vita quaggiù è materiale, ma quella eterna com’è?

Rassereno questi pensieri con la mia esperienza di figlia rimasta orfana di padre a 11 anni (mamma vedova con due figli minorenni, due suoceri in casa e una vita da reinventare). A distanza di 32 anni dalla morte di papà ci troviamo ancora a vivere “dell’eredità umana” che ha lasciato: quante persone ci hanno aiutato a superare le difficoltà e ad andare avanti senza sentirci soli. Incontro anziani che si commuovono pensando al lavoro di papà, a quanto si è speso per la comunità; rivedo vecchi animatori che ricordano gli insegnamenti che Dino, da adulto, ha dato loro, giovani impacciati su cose pratiche, questioni di cuore e scelte concrete. Qualcuno ricorda che papà a volte parlava solo con lo sguardo: ulteriori parole erano inutili, soprattutto davanti a marachelle o azioni senza senso. L’eredità più grande che papà ha lasciato è il suo modo di esserci stato, di aver aiutato gli altri e anche se possono sembrare “pochi” gli anni della sua vita, il suo bene continua a portare frutto, ad essere vissuto nel servizio di chi, ora adulto, svolge un servizio in parrocchia, con una memoria mai chiusa in un magazzino, ma viva nel cuore. Papà non ha accumulato tesori per sé, ma ha fatto in modo che la sua vita fosse un continuo movimento tra dare e avere, offrire e accogliere e questo rende ricca la sua vita alla presenza di Dio.

Faccio risuonare le parole anche delle altre letture, sapendo che quanto realizzo sarà poi continuato da altri: ma cosa sto facendo perché questo accada? Posso far finta di nulla, trattenermi, ma la nostra ricchezza è tale quando dividiamo i nostri tesori. Che bello poi poter cercare insieme le cose di lassù, quelle che non ci appartengono ancora, che sono promessa e attesa, che ci invitano a non chiuderci in riserve di magazzino, ma a donare anche il di più perché quello che qualcuno ha preparato per noi è l’oggi che siamo e viviamo! Quale futuro stiamo lasciando a chi verrà dopo di noi? Buon raccolto delle nostre meravigliose eredità, buona scoperta del tesoro che davvero arricchisce presso Dio.

Silvia Sandon